Può sembrare inflazionato parlarne proprio in questi giorni ma credo che dobbiamo guardare oltre la cortina di fumo e trovare il modo di far fruttare al massimo Expo come occasione di conoscenza e dibattito.
Abbiamo creato per voi lettori una piccola guida ragionata per programmare le vostre visite, incentrata sulle cose davvero "massicce" dal punto di vista agricolo; l'abbiamo condita qua e là con qualche considerazione personale sulla visione d'insieme che manca, secondo noi, a chi vuole essere per forza disfattista e critico.
I CLUSTERS E LE AREE TEMATICHE
Per chi già non lo sapesse ad Expo 2015 i paesi sono stati raggruppati in zone collettive dette Clusters (grappoli) non per vicinanza geografica, ma secondo criteri di affinità di contributi alle filiere, di problematiche agricole e di sicurezza alimentare; la piantina che riportiamo vi mostra la disposizione dei 9 Cluster: Riso, Caffè, Frutta e Legumi, Cacao e Cioccolato, Spezie, Bio Mediterraneo, Isole, Cereali e Tuberi, Zone Aride.
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| Mappa Clusters |
Tra gli ingressi principali ed alcuni punti chiave di Expo sono distribuite le 5 aree tematiche, intese come spazi espositivi ed interattivi:
- Padiglione Zero: l'accesso spettacolare di Expo 2015 con un percorso sulla storia del cibo e le grandi tematiche del futuro;
- Future Food District: individua gli scenari dell'alimentare di domani, con l'ingresso di tecnologie che moltiplichino l'efficienza in ambito di conservazione, distribuzione e consumo;
- Children Park: l'area destinata ai più piccoli che verranno coinvolte nelle tematiche di Expo attraverso il gioco;
- Parco della Biodiversità: con la ricostruzione di giardini e stanze che raccontano i paesaggi creati dai diversi sistemi agroalimentari;
- Art & Food: collocato principalmente all'interno della triennale di Milano, la sezione interna ad Expo analizza la rappresentazione degli alimenti nell'arte, dall' 800 ad oggi.
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| Mappa Aree Tematiche |
IL CONTRIBUTO DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
Eliminati i dubbi su come si visita vi segnaliamo alcune cose davvero interessanti che escono dalle associazioni di categoria italiane operanti in agricoltura.
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| Copagri a Expo 2015 |

Il progetto che personalmente apprezzo di più nasce da Copagri, che lancia ad Expo 2015 Love It; il brand, con vocazione internazionale, farà da piattaforma commerciale per molte delle aziende agroalimentari associate Copagri, che si propone come garante del "Real Italian Food", in antitesi ai fenomeni dilaganti di contraffazione e talian sounding. Il sito, www.loveitfood.com sarà destinato alla commercializzazione online dei prodotti mentre, all'interno di Expo due cupole nella Lake Arena esporranno i prodotti, racconteranno aziende e permetteranno di connettere produttori e buyer; questa logica decisamente orientata al mercato, guarda oltre i 6 mesi di manifestazione, a dimostrazione che la chiarezza di intenti è fondamentale per trarre da Expo benefici di lungo periodo.
E se Coldiretti organizza uno spazio in cui saranno gli agricoltori stessi a raccontare i primati della nostra agricoltura, enfatizzandone il rapporto con le proprie radici, Confagricoltura punta sul valore estetico dei prodotti della terra, grazie ad un percorso di filmati straordinari. Lo scopo? Valorizzare il rapporto strettissimo tra agricoltura, arte e cultura, anche per rafforzare l'internazionalizzazione del territorio italiano che va apprezzato con pacchetti che uniscano turismo consapevole e colto ed enogastronomia.
"Il territorio come destino" è il manifesto programmatico ad Expo di CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), che ha programmato una giornata per ogni mese di conferenze al Padiglione Italia; come temi impresa giovane, potenziamento del ruolo delle donne in agricoltura, sviluppo sostenibile. Per tutta la durata della manifestazione CIA contribuirà come partner di riferimento al Parco della biodiversità e ad Expo del biologico, soprattutto per il cluster Bio Mediterraneo, nell'ottica del biologico come modello a cui puntare per l'agricoltura italiana.
Tra i 6 eventi che CIA proporrà nella cornice di Milano segnaliamo quelli che a VivieColtivi troviamo più interessanti a livello tecnico: 28 agosto, Cooperazione e Mercati, strategie di successo per un'agricoltura che guarda ai mercati; 9 settembre, Conservazione e Creatività, ricerca e innovazione per l'agricoltura del futuro.
CIA sosterrà il concetto di consumo consapevole con Agrichef, per dimostrare che la buona enogastronomia non è più lusso inaccessibile ma quotidianità e consapevolezza.
Per i golosi di tecnologia FabFood, curata dal museo nazionale della scienza di Milano, propone un percorso di 10 sale dedicato alle più avanzate tecniche di trasformazione dei prodotti agr
Per gli assetati, Vino-A Taste of Italy, propone un percorso multisensoriale che, prima di farvi arrivare alla degustazione, stimola i sensi lavorando soprattutto sull'udito, facendovi conoscere i rumori, a me tanto cari, del lavoro in vigna e in cantina.
Per i profili più tecnici vale la pena poi di fare un salto a Lodi dove il Parco tecnologico padano ha realizzato, per Expo 2015, Demo Field nell'ambito di "Agriculture of Tomorrow".
Una collina di 12000 metri quadri, poco più di un ettaro, ospiterà 4 seminativi, Sorgo, Mais, Soia e Riso in aridocoltura, per dimostrare le potenzialità di aree cosiddette "marginali" coltivate con a basso impatto; sulla collina ci sarà spazio anche per colture orticole da pieno campo e fuori suolo, una serra fertirrigata, riscaldata, deumidificata e monitorata con un sistema ad elevatissima efficienza energetica, ed un meleto, dove saranno applicate le più recenti acquisizioni di difesa integrata e guidata.
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| microirrigazione a goccia |
Nella cornice di Demo Field, VivieColtivi sarà al seminario del 25 Giugno sull'uso dell'acqua nei climi aridi; vediamo questa conferenza come l'opportunità per approfondire tematiche che, visti gli effetti del cambiamento climatico in atto, interessano sempre di più anche le nostre latitudini.
Attraverso Conaf, parteciperà ad Expo Waa (World Agronomist Association), con il padiglione Fattoria Globale 2.0, volto ad inquadrare le fattorie dislocate su tutto il pianeta come strumento di monitoraggio ed indicatori dello stato di salute ambientale... questa si è multifunzionalità dell'azienda agricola.
Ma rispondendo a random a qualche polemica da vagone.
Ma rispondendo a random a qualche polemica da vagone.
AD EXPO C'E' ANCHE TECNOGYM, MA SI PUO'?
Queste è l'uscita sarcastica di un compagno di viaggio lo scorso lunedì; ebbene, detta ad uno che è ha iniziato ad interessarsi al cibo andando in palestra ed è finito a fare l'agrotecnico, suona male!
Se al mondo abbiamo 270 milioni di persone che soffrono la denutrizione ricordiamo che nelle aree dove il cibo è in eccesso, la scorretta ed eccessiva alimentazione, causa 2,8 milioni di morti l'anno per malattie legate all'obesità e al sovrappeso, con un carico economico ingente sui rispettivi sistemi sanitari. In questo contesto può permettersi Technogym, l'azienda gioiello che ha imposto il concetto di wellness su quello di mero fitness, e che pubblicizza come mezzo indispensabile per raggiungere i risultati un'alimentazione corretta (anche tra i propri collaboratori), dire la sua sulla tematica dello stile di vita più sano? Lascio a voi dare una risposta risposta.
AZIENDE E GREENWASHING. PARLIAMONE
Odio il termine multinazionale, l'italiano da bar della parrocchia di corporation, che definisce invece un'azienda strutturata a carattere sovranazionale, che normalmente ha le proprie controllate dislocate in altri paesi. Non so dirvi scientificamente quanto sia cambiato dai tempi di The Corporation, tuttavia anni di campagna di sensibilizzazione, non sempre corretta, ha scosso quel corpus di aziende che in maniera un pò vintage si addita come responsabili dei mali del pianete. Non solo, i primi responsabili siamo sempre noi cittadini, che più o meno consapevolmente abbiamo fatto la scelta più comoda, inquinando e sprecando perchè non ne notavamo gli effetti.
Oggi la conservazione dell'ambiente, i rifiuti, il cambiamento climatico, sono priorità tematiche riconosciute a livello politico, soprattutto in UE dove sostanzialmente ogni voce della programmazione 2014-2020 è intrisa di tematiche ambientali.
E le corporation? Al più presto scriverò un'articolo sulle materie prime usate da McDonald's in Italia, con alcuni dati molto positivi che hanno lasciato stupito anche me.
Ma se tralasciamo per un attimo nomi e cifre e ci chiediamo chi detiene realmente la capacità di orientare le filiere, e di produrre innovazione positiva su larga scala, ci rendiamo conto di quanto è importante che questi attori si siedano sotto la pergola del pensatoio mondiale che si terrà a Milano nei prossimi mesi.
E ancora quanto devono essere trasversali la sostenibilità dei processi, la tutela del produttori, l'equità della filiere? Basta per sentirci la coscienza pulita l'immagine tradizionale del contadino con il forcone che ci porge una buona carota organica, mentre tutto il resto del materiale che ci circonda non viene anche esso prodotto, utilizzato, gettato?
Forse il problema è meno semplice rispetto alla portata che gli diamo, tuttavia, ed in questo sono molto fiducioso, ci vengono incontro le norme e le certificazioni, che stanno entrando ormai in maniera massiccia in qualsiasi sistema produttivo; in futuro parleremo approfonditamente di questo dandovi strumenti per conoscerle meglio e capirne la portata.
WHERE IS MY TORTELLINI
L'altro giorno in treno verso Bologna, ho impegnato una buona mezz'ora per spiegare ad un signore americano come sono fatti i tortellini in brodo; di Bologna lui conosceva soltanto il ragù padre del classico "spagetto bolonese" proposto e reinterpretato ovunque.
Ad un tratto ho pensato che forse nemmeno io avrei mai conosciuto il Phillies Cheese Steak senza un amico del posto negli States.
Con questo voglio dire che mangiare è l'atto più umano e condiviso ed il cibo diventa un mezzo fantastico per conoscersi e creare reciproca curiosità, e quando sento che reclamizzare i grandi chef o mettere al centro la cucina è un'"insulto a chi muore di fame", mi chiedo se solo il fornaio sotto casa è degno di nutrirci.
L'interesse per la cucina esploso negli ultimi anni è qualcosa di magnifico con ricadute positive a pioggia; tutti si fanno più domande, si cucina molto di più, si tende a variare la propria alimentazione, a comprare prodotti più sani, a sprecare meno; per non parlare del mondo di interesse che si apre quando si arriva a coltivare le proprie erbe o i propri ortaggi. E' tanto terribile e consumista tutto questo, oppure è la base di comportamenti sociali di alto valore?
Ho sempre creduto che la via privilegiata per arrivare al cuore di qualcuno sia lo stomaco; che il mondo si ritrovi insieme, seduto a tavola per i prossimi sei mesi è qualcosa di eccezionale, specialmente in tempi duri come questi... nessuno mi farà cambiare idea su questo!
Dunque buon Expo e buon appetito!
Queste è l'uscita sarcastica di un compagno di viaggio lo scorso lunedì; ebbene, detta ad uno che è ha iniziato ad interessarsi al cibo andando in palestra ed è finito a fare l'agrotecnico, suona male!
Se al mondo abbiamo 270 milioni di persone che soffrono la denutrizione ricordiamo che nelle aree dove il cibo è in eccesso, la scorretta ed eccessiva alimentazione, causa 2,8 milioni di morti l'anno per malattie legate all'obesità e al sovrappeso, con un carico economico ingente sui rispettivi sistemi sanitari. In questo contesto può permettersi Technogym, l'azienda gioiello che ha imposto il concetto di wellness su quello di mero fitness, e che pubblicizza come mezzo indispensabile per raggiungere i risultati un'alimentazione corretta (anche tra i propri collaboratori), dire la sua sulla tematica dello stile di vita più sano? Lascio a voi dare una risposta risposta.
AZIENDE E GREENWASHING. PARLIAMONE
Odio il termine multinazionale, l'italiano da bar della parrocchia di corporation, che definisce invece un'azienda strutturata a carattere sovranazionale, che normalmente ha le proprie controllate dislocate in altri paesi. Non so dirvi scientificamente quanto sia cambiato dai tempi di The Corporation, tuttavia anni di campagna di sensibilizzazione, non sempre corretta, ha scosso quel corpus di aziende che in maniera un pò vintage si addita come responsabili dei mali del pianete. Non solo, i primi responsabili siamo sempre noi cittadini, che più o meno consapevolmente abbiamo fatto la scelta più comoda, inquinando e sprecando perchè non ne notavamo gli effetti.
Oggi la conservazione dell'ambiente, i rifiuti, il cambiamento climatico, sono priorità tematiche riconosciute a livello politico, soprattutto in UE dove sostanzialmente ogni voce della programmazione 2014-2020 è intrisa di tematiche ambientali.E le corporation? Al più presto scriverò un'articolo sulle materie prime usate da McDonald's in Italia, con alcuni dati molto positivi che hanno lasciato stupito anche me.
Ma se tralasciamo per un attimo nomi e cifre e ci chiediamo chi detiene realmente la capacità di orientare le filiere, e di produrre innovazione positiva su larga scala, ci rendiamo conto di quanto è importante che questi attori si siedano sotto la pergola del pensatoio mondiale che si terrà a Milano nei prossimi mesi.
E ancora quanto devono essere trasversali la sostenibilità dei processi, la tutela del produttori, l'equità della filiere? Basta per sentirci la coscienza pulita l'immagine tradizionale del contadino con il forcone che ci porge una buona carota organica, mentre tutto il resto del materiale che ci circonda non viene anche esso prodotto, utilizzato, gettato?
Forse il problema è meno semplice rispetto alla portata che gli diamo, tuttavia, ed in questo sono molto fiducioso, ci vengono incontro le norme e le certificazioni, che stanno entrando ormai in maniera massiccia in qualsiasi sistema produttivo; in futuro parleremo approfonditamente di questo dandovi strumenti per conoscerle meglio e capirne la portata.
WHERE IS MY TORTELLINI
L'altro giorno in treno verso Bologna, ho impegnato una buona mezz'ora per spiegare ad un signore americano come sono fatti i tortellini in brodo; di Bologna lui conosceva soltanto il ragù padre del classico "spagetto bolonese" proposto e reinterpretato ovunque.
Ad un tratto ho pensato che forse nemmeno io avrei mai conosciuto il Phillies Cheese Steak senza un amico del posto negli States.
Con questo voglio dire che mangiare è l'atto più umano e condiviso ed il cibo diventa un mezzo fantastico per conoscersi e creare reciproca curiosità, e quando sento che reclamizzare i grandi chef o mettere al centro la cucina è un'"insulto a chi muore di fame", mi chiedo se solo il fornaio sotto casa è degno di nutrirci.
L'interesse per la cucina esploso negli ultimi anni è qualcosa di magnifico con ricadute positive a pioggia; tutti si fanno più domande, si cucina molto di più, si tende a variare la propria alimentazione, a comprare prodotti più sani, a sprecare meno; per non parlare del mondo di interesse che si apre quando si arriva a coltivare le proprie erbe o i propri ortaggi. E' tanto terribile e consumista tutto questo, oppure è la base di comportamenti sociali di alto valore?
Ho sempre creduto che la via privilegiata per arrivare al cuore di qualcuno sia lo stomaco; che il mondo si ritrovi insieme, seduto a tavola per i prossimi sei mesi è qualcosa di eccezionale, specialmente in tempi duri come questi... nessuno mi farà cambiare idea su questo!
Dunque buon Expo e buon appetito!
PS: non scordatevi il caffè!








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