In data 8 gennaio sul BUR della Regione del Veneto si sono aperti i termini per la presentazione delle domande di aiuto per alcuni interventi del nuovo PSR. Tra tutti vi vogliamo dare qualche chiarimento su come affrontare l’intervento per il ricambio generazionale, noto come “Primo Insediamento” o “Misura Pacchetto Giovani”, per la precisione titolato Misura 6.1.1.
La domanda di finanziamento va redatta tramite un professionista abilitato a lavorare sulla ”anima digitale" delle aziende agricole, grazie al sistema informatico di AVEPA, e prevede un premio di avviamento di 40.000 €. Il Primo Insediamento comporta poi l’attivazione, attraverso un Piano Aziendale, di almeno uno degli interventi previsti dal PSR Veneto 2014/20 in Misura 4.1.1 (miglioramento prestazioni e sostenibilità dell’azienda), e 6.4.1 (diversificazione delle attività aziendali), con aiuti specifici previsti nei relativi bandi che prevedono intensità di aiuto comprese tra il 35 ed il 60%.
Il bando è rivolto a giovani cittadini UE con un’età tra i 18 e i 40 annI, che riescano a dimostrare competenze professionali attraverso un titolo di studio pertinente o che si impegnino a conseguire profittevolmente entro 36 mesi dal decreto di concessione del finanziamento, l’attestato di frequenza del corso di formazione professionale ufficiale di 150 ore, al fine di acquisire le capacità gestionali necessarie.
PIENI POTERI
L’insediamento coincide con l’apertura della partita IVA o con la costituzione o modifica societaria, che conferiscano al giovane il grado di responsabilità minimo che segue:
- titolare dell’azienda agricola (anche con contratto di affitto per il periodo vincolativo all’impegno);
- atto di costituzione di società di persone (semplice, nome collettivo, accomandita semplice), che conferisca al giovane carica di amministratore unico;
- atto di costituzione di società di capitali (responsabilità limitata, per azioni), con ruolo di amministratore e rappresentante legale. In presenza di CdA il potere decisionale deve essere garantito dalla maggioranza delle quote di conferimento e di ripartizione degli utili, vincolando così il potere decisionale alla maggioranza amministrativa.
L’UTE deve essere in Veneto ed il range di Produzione Standard (teorico), deve risultare compreso tra 15.000 e 250.000 Euro, con limite inferiore fissato a 12.000 Euro se l’UTE ricade in zona montana.
Per limitare la frammentazione fondiaria e garantire l’effettiva titolarità del potere decisionale, la nuova impresa non può derivare da suddivisioni aziendali familiari successive al 1° Gennaio 2014, limitando le cessioni parziali (anche per i terreni condotti in affitto dal cedente), stipulate di fatto al solo fine di ottenere il premio. Ancora non sono ammissibili i passaggi di titolarità tra coniugi.
| Le Zone Montane sono privilegiate dai criteri di punteggio |
IL PIANO AZIENDALE
Si tratta di una integrazione contestuale obbligatoria alla domanda volto a dimostrare il miglioramento apportato dall’insediamento del giovane e la sostenibilità di lungo periodo delle azioni implementate, al fine di evitare di finanziare gli approcci “mordi e fuggi”. Se il principio di base è che un’azienda sta in piedi quando produce reddito e benessere, il miglioramento è valutato come incremento di performance economica in termini di Reddito Operativo, partendo da una descrizione della situazione iniziale e arrivando agli obbiettivi attraverso l’esplicazione delle tappe essenziali per lo sviluppo della nuova azienda.
Nel piano aziendale andrà specificato inoltre come il giovane voglia servirsi delle sottomisure consulenza e formazione (1.1 e 2.1), da attivarsi obbligatoriamente nella cornice del pacchetto giovani. Tale decisione persegue la finalità, non banale rispetto a molti PSR, di non lasciare il giovane "allo sbaraglio”, potenziando il suo contatto con le tendenze del mercato attuale e le opportunità offerte dal settore. Le specifiche attività che il giovane attiverà in queste due sottomise potrebbero essere, per il valutatore, indice del grado di coerenza dell’idea progettuale.
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| Piano Aziendale: strumento fondamentale per il miglioramento |
Entro 120 giorni dall’emissione del decreto di concessione dell’aiuto il giovane dovrà presentare la richiesta di anticipo pari all’80% dell’aiuto corredata di polizza fideiussoria nei confronti dell’ente pagatore; attenzione: la polizza fideiussoria rappresenta una sorta di assicurazione, e a differenza della fideiussione, non prevede la disponibilità del bene o del capitale a garanzia ma soltanto il pagamento della quota stipulata con l’ente garante.
Il beneficiario, entro i successivi 9 mesi, dovrà iniziare il progetto di miglioramento impegnandosi a concluderlo entro il 36° mese dal decreto di concessione. All’attuazione del progetto verrà erogato il saldo e concesso lo svincolo della detta polizza.
Il beneficiario, entro i successivi 9 mesi, dovrà iniziare il progetto di miglioramento impegnandosi a concluderlo entro il 36° mese dal decreto di concessione. All’attuazione del progetto verrà erogato il saldo e concesso lo svincolo della detta polizza.
Il periodo di vincolo sull’azienda, a conclusione del progetto è di almeno 5 anni.
QUESTIONE DI PRIORITA’
Il criterio di Rilevanza Strategica, sugli obbiettivi regionali stabiliti con la valutazione ex ante alla corrente programmazione (2014- 2020), deve essere centrato con un minimo di 30 punti. In base alle tabelle a disposizione risultano particolarmente premianti:
- ristrutturazioni volte a migliorare l’efficienza energetica;
- miglioramenti fondiari in zona montana;
- interventi come la sostituzione dell’amianto ed impiantistica di gestione di reflui di origine florovivaistica e zootecnica;
- acquisti di macchinari per la pratica di agricoltura conservativa (finalmente), e a difesa delle produzioni;
- investimenti per la produzione di energia per fabbisogno aziendale;
- investimenti per trasformazioni "non classiche" dei prodotti agricoli vegetali;
- sviluppo dell’agricoltura sociale e delle fattorie didattiche.
Premianti rimangono, seppure in misura minore, gli investimenti con cui l’azienda possa produrre servizi ambientali extra aziendali quali cura e manutenzione di spazi non agricoli.
Da questo quadro emerge come, in base ai fabbisogni strategici territoriali, dovrebbero essere le tipologie di giovane azienda agricola veneta. E’ considerato infatti fondamentale proseguire con il percorso di integrazione dei servizi che le piccole aziende agricole svolgono sul territorio, attraverso agricoltura sociale e didattica ambientale, stimolando contemporaneamente le grandi aziende a specializzarsi in pratiche intensive sostenibili e pulite. Ancora una grande importanza è data alla salvaguardia dell’agricoltura montana, anche attraverso priorità zonale, ed a progetti che facciano da faro per nuove applicazioni con l’introduzione di trasformazioni “insolite”.
Si sono ritenuti tutto sommato capaci di proseguire lo sviluppo sulle proprie gambe, quantomeno per il ricambio generazionale, i settori della micro e mini trasformazione di prodotti di origine zootecnica e la produzione di energia da mettere in rete da fonti vegetali, mentre possono risultare interessanti progetti di tipo agrituristico a patto di integrare attività di carattere prioritario.
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| Vacca Burlina, antica razza veneta |
Per quanto concerne i macchinari si premiano gli investimenti di introduzione recente supportati da brevetto registrato negli ultimi 5 anni o Certificato di Origine non anteriore a 3 dalla pubblicazione del bando.
Fondamentale è la cultura. Per favorire un ricambio generazionale di tipo trasversale, che concorra anche ad un apporto di idee fresche al settore agricolo, sono potenzialmente più premianti lauree in settori “terzi”, rispetto a titoli di formazione inferiore di tipo specifico o all’esperienza lavorativa, tradizionalmente acquisita come coadiuvante familiari.
Scorrendo le varie misure da attivare si entra nel merito dell’approccio multidisciplinare e quindi della visione globale necessaria per affrontare le sfide proposte questo bando.
Fondamentale dunque appoggiarsi fin da subito ad un consulente di formazione agraria ma con approccio “europeo”, che sappia strutturare gli interventi previsti in funzione dei vari vincoli posti per indirizzare al meglio le scelte imprenditoriali tenendo conto, non in ultima istanza, tutto l’impianto strategico dei fondi comunitari della presente programmazione.
Fondamentale dunque appoggiarsi fin da subito ad un consulente di formazione agraria ma con approccio “europeo”, che sappia strutturare gli interventi previsti in funzione dei vari vincoli posti per indirizzare al meglio le scelte imprenditoriali tenendo conto, non in ultima istanza, tutto l’impianto strategico dei fondi comunitari della presente programmazione.
Noi siamo pronti e voi?





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